E' usata come medicina e cibo in molti Paesi. Appartiene alla famiglia del “cardo” ed ha foglie molto amare , mentre la radice è piuttosto senza sapore; si potrebbe dire che per sua semplicità è una pianta “zen”, in effetti in Giappone viene molto usata e cucinata.
Tutto ciò che potremmo fare con una carota, in fondo potremmo farlo anche con la bardana, sembrerebbe quindi un’erba molta “insignificante”. Eppure deve avere qualcosa che la rende un po’ speciale, perché per esempio è contenuta anche nell’elisir di lenticchie (per la pulizia e l’immunostimolazione) nella medicina di Santa Ildegarda (Hildegard von Bingen), nella formula di Essiac (una formula erboristica anticancro) e tante altre formule di disintossicazione.
A differenza di altre erbe detox, la bardana agisce soprattutto assorbendo le tossine, ragion per cui le sue proprietà nutritive non vengono compromesse. E’ come se agisse come una spugna; ha molta mucillagine e raccoglie le tossine e stimola la loro eliminazione allo stesso modo in cui una dieta ad alto contenuto di fibre aiuta la peristalsi.
Contrariamente a quanto dicono la maggior parte dei libri di erboristeria, le radici della bardana sono commestibili entro 20 settimane alla semina, ma lo sono anche le foglie e gli steli cavi.
Oggidì sembra restare un’erba controversa, apprezzata da molti come diuretico, ma anche come erba principale per prevenire angiogenesi, la formazione di arterie ausiliarie che alimentano tumori. Se è efficace per questo, è una ragionevole alternativa alla cartilagine da squalo (e quindi funzionale contro la caccia delle specie…) . Ma non sembra amata da tutti gli erboristi, qualcuno la omette proprio dai testi.
E’ nativa dell’Europa ma cresce un po’ ovunque. Come detto, i Giapponesi (che la chiamano “gobo”) la mangiano come cibo “zen” per la sua austerità. La radice è lunga e sottile. I francesi la preparano come l’asparago ed altri come sostituto della patata e la mettono nelle zuppe, torte, cotolette. E’ uno degli ingredienti principali dei surrogati del caffè.
Si raccoglie la radice prima che il fiore rosso si apra. In erboristeria si usa in poltiglia per ridurre i gonfiori. Le foglie sono molto amare ed hanno una forte azione ipoglicemica rispetto alle radici che hanno più mucillagine.
Alcuni la considerano un’ erba per la longevità ma sia che lo sia o meno, è nutritive e tonificante. Ha oligoelementi e vitamine ed è inoltre ottimo cibo per diabetici o persone che sono in convalescenza.
di Cristina Bassi
Fonti: Ingrid Naiman, Cancer Salves.
Tutto ciò che potremmo fare con una carota, in fondo potremmo farlo anche con la bardana, sembrerebbe quindi un’erba molta “insignificante”. Eppure deve avere qualcosa che la rende un po’ speciale, perché per esempio è contenuta anche nell’elisir di lenticchie (per la pulizia e l’immunostimolazione) nella medicina di Santa Ildegarda (Hildegard von Bingen), nella formula di Essiac (una formula erboristica anticancro) e tante altre formule di disintossicazione.
A differenza di altre erbe detox, la bardana agisce soprattutto assorbendo le tossine, ragion per cui le sue proprietà nutritive non vengono compromesse. E’ come se agisse come una spugna; ha molta mucillagine e raccoglie le tossine e stimola la loro eliminazione allo stesso modo in cui una dieta ad alto contenuto di fibre aiuta la peristalsi.
Contrariamente a quanto dicono la maggior parte dei libri di erboristeria, le radici della bardana sono commestibili entro 20 settimane alla semina, ma lo sono anche le foglie e gli steli cavi.
Oggidì sembra restare un’erba controversa, apprezzata da molti come diuretico, ma anche come erba principale per prevenire angiogenesi, la formazione di arterie ausiliarie che alimentano tumori. Se è efficace per questo, è una ragionevole alternativa alla cartilagine da squalo (e quindi funzionale contro la caccia delle specie…) . Ma non sembra amata da tutti gli erboristi, qualcuno la omette proprio dai testi.
E’ nativa dell’Europa ma cresce un po’ ovunque. Come detto, i Giapponesi (che la chiamano “gobo”) la mangiano come cibo “zen” per la sua austerità. La radice è lunga e sottile. I francesi la preparano come l’asparago ed altri come sostituto della patata e la mettono nelle zuppe, torte, cotolette. E’ uno degli ingredienti principali dei surrogati del caffè.
Si raccoglie la radice prima che il fiore rosso si apra. In erboristeria si usa in poltiglia per ridurre i gonfiori. Le foglie sono molto amare ed hanno una forte azione ipoglicemica rispetto alle radici che hanno più mucillagine.
Alcuni la considerano un’ erba per la longevità ma sia che lo sia o meno, è nutritive e tonificante. Ha oligoelementi e vitamine ed è inoltre ottimo cibo per diabetici o persone che sono in convalescenza.
di Cristina Bassi
Fonti: Ingrid Naiman, Cancer Salves.
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